Con il termine “Via Francigena” si indica l ’insieme di percorsi che metteva in comunicazione Roma con i territori dell ’Europa centro-occidentale. Il nome sottolineava che la via aveva origine in territori “francesi”; tuttavia, in epoche e in luoghi diversi, era anche detta “Romea” per sottolineare che portava a Roma, centro della cristianità. In realtà il termine “Francia” indicava sì l ’attuale territorio francese, ma, più in generale, i territori dominati dai Franchi, e quindi anche parte dell ’Europa centro/settentrionale.
La via ebbe un ’importanza straordinaria sul piano storico, economico, culturale.
Le sue origini si collocano nei secoli VII e VIII e per la necessità dei Longobardi di collegare il regno di Pavia con i territori del centro e sud Italia. La via era presidiata nei punti strategici da una rete di fortificazioni; la funzione di sicurezza, oltre a vere e proprie fortezze presidiate con soldati, era affidata alle “abbazie regie”, monasteri fortificati che obbedivano direttamente ai re longobardi (sottratte quindi al controllo della Chiesa). Le abbazia gestivano anche le funzioni di ospizio per i viandanti.
Con il passaggio della dominazione longobarda alla dominazione franca la strada crebbe di importanza; fu migliorato il fondo stradale, passando in molti tratti dalla terra battuta al fondo lastricato (come erano state, peraltro, le vie in epoca romana). In questo periodo la strada superò l ’interesse delle comunicazioni locali e furono creati i collegamenti con la Francia. Relazioni di viaggiatori alla fine del primo millennio documentano il percorso che per molti secoli, pur con numerose varianti locali, restò comunque confermato nelle sue direttrici fondamentali, come si può vedere dalla cartina che segue.
Allontanandosi da Roma, la Via Francigena seguiva il tracciato dell ’antica Cassia e, toccata Bolsena e Acquapendente, si inoltrava in Val d’Orcia sino a Siena e poi seguiva la Val d’Elsa sino a San Gimignano. Di qui traversava i colli della Toscana centrale sino a Lucca e Camaiore; risaliva la Versilia sino a Luni / Sarzana. Di qui i pellegrini diretti a Santiago de Compostela potevano imbarcarsi e navigare fino al delta del Rodano ricongiungendosi, a Montpellier, alla Via Tolosana. Da Luni la via si inoltrava in Lunigiana valicando l ’Appennino al passo del Monte Bardone (ora passo della Cisa). Passati il borgo antico di Berceto la strada scendeva il versante appenninico fino a Fornovo e, raggiunta la pianura Padana, piegava verso nord ovest toccando Fidenza e Piacenza, dove guadava il Po. Toccando Pavia, Vercelli e Ivrea si poteva proseguire nella Val d ’Aosta superando le Alpi tramite il passo del Gran San Bernardo (nord ovest). In alternativa si poteva puntare più a ovest per la Val di Susa transitando per il passo del Monginevro e poi, oltre le Alpi, verso Arles e i territori spagnoli (sud ovest). Da Susa un altro percorso traversava le Alpi al passo del Moncenisio per dirigersi verso Lione (ovest).
Nell’anno 994 Sigerico, da poco nominato arcivescovo di Canterbury, si recò a Roma per ricevere dal papa l’investitura dell ’incarico. Si fermò a Roma due soli giorni e ripartì subito per il viaggio di ritorno, durante il quale annotò con precisione i luoghi attraversati e le soste compiute. Il manoscritto contenente la sua relazione di viaggio è conservato nella Biblioteca Britannica ed ha permesso di ricostruire per intero questo itinerario che è generalmente assunto quale percorso “classico” della Via Francigena.
Dall’anno giubilare 2000 molti pellegrini hanno iniziato a percorrere la Via Francigena dando un grande impulso alla riscoperta di questo antico percorso.
La Via Francigena oggi: quale itinerario? quale segnaletica?
Non esiste un itinerario della Via Francigena unanimemente riconosciuto. Neppure esiste un ’unica tipologia di segnalazione e comunque i vari tratti sono segnalati in modo discontinuo: alcuni sono del tutto privi di segnalazione.
Le prime iniziative sul tracciamento e segnalazione sono state della Confraternita di San Iacopo di Compostella di Perugia, in occasione dell ’anno giubilare 2000. In particolare Monica D’Atti e Franco Cinti hanno più volte percorso l’itinerario studiando e provando le varie alternative e individuando i luoghi di accoglienza disponibili ad alloggiare i pellegrini Questo lavoro si è concretizzato con una prima edizione della Guida, edita da Terre di Mezzo nell’anno 2003, seguita da una seconda edizione nel 2006. L’anno successivo è stata pubblicata una dettagliata cartografia al 30.000. Contemporaneamente la Confraternita ha segnalato diversi tratti del percorso con i “pellegrinetti gialli” (vedi foto).
E ’ stato realizzato anche il sito web nel quale sono disponibili aggiornamenti alla viabilità ed ai luoghi di accoglienza: http://www.confraternitadisanjacopo.it/Francigena/viafrancigena/situazione.htm.
Sul tratto del percorso in Lunigiana le sezioni locali del Club Alpino Italiano hanno provveduto alla individuazione del percorso e alla segnaletica, senza peraltro pubblicare una guida né realizzare un sito web informativo.
Su altri tratti minori sono intervenute associazioni di interesse locali che hanno assunto iniziative in autonomia o d’intesa con la Confraternita.
Nel 2007 è stata costituita l’Associazione Francigena in Toscana che, per il territorio regionale, ha assunto iniziative di individuazione e tracciamento di alcuni tratti della Via. L ’Associazione, in accordo con la Regione Toscana, sta realizzando un software cartografico, presto distribuito gratuitamente anche nella versione per web, per la gestione del tracciato della via e delle informazioni necessarie (paesi, chiese, luoghi notevoli, caratteristiche del percorso, ecc.)
Nel 2001 è stata costituita l’Associazione dei Comuni della Via Francigena (successivamente è stato aggiunto l’aggettivo “europea”). Uno dei compiti principali dell’Associazione sarebbe logicamente il coordinamento e l’unificazione di tutte le iniziative sulla Via Francigena, il sostegno alle associazioni di volontariato che se ne occupano, il sostegno ad iniziative che favoriscano il transito e l ’ospitalità dei pellegrini. Così non è stato: l’Associazione ha privilegiato iniziative di promozione turistica, di promozione dell’immagine, qualche iniziativa culturali, preferendo le relazioni fra Enti Istituzionali a quelli con le Associazioni di volontariato. Neppure un km di strada è stato quindi tracciato con iniziative dell ’Associazione, non un ostello è stato realizzato.
Infine è stata assunta dal Ministero della Cultura (ministro Rutelli), poi dal Ministero delle Politiche Agricole (ministro De Castro), poi ancora dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Ministro Bondi) l’iniziativa di commissionare ad una società privata l’incarico di proporre, in accordo con gli enti locali territoriali, un percorso della Via. La proposta è stata recepita e ufficializzata Il tracciato è disponibile sul sito: http://www.viefrancigene.org/it/map/wrap/?layer=statictrack&close=operations.
Il Ministero ha inoltre provveduto alla apposizione di cartelli, in metallo e in legno. L’apposizione dei cartelli non è stata compiuta in modo omogeneo, tanto che alcuni tratti ne sono completamente privi.
Il risultato è che lungo la VF sono presenti le seguenti tipologie di cartelli:
Inoltre, cosa ancor più grave, i due itinerari principali (Confraternita e Ministero) in alcuni casi coincidono, in altri divergono. E’ una situazione paradossale e talvolta imbarazzante per i pellegrini. Capita spesso che un pellegrino con la guida della Confraternita trovi descritte indicazioni della via che differiscono dai segnali presenti. Un esempio eclatante è l’ingresso in Lunigiana dal Passo della Cisa.
Le altre guide in italiano hanno una diffusione notevolmente minore: gli itinerari proposti ricalcano in linea generale il percorso della Guida della Confraternita.