Levanto (La Spezia) 
Oratorio di S. Giacomo apostolo.  La confraternita di San Giacomo fin verso la fine del XVI sec. aveva il proprio Oratorio sul colle della Costa, sul lato destro della Chiesa intitolata alla Vergine omonima. Negli ultimi tre lustri del sedicesimo secolo i confratelli di San Giacomo iniziarono e portarono a termine in 15 anni la nuova sede.  La costruzione fu finanziata con il reddito di un “capitale a censo” a carico della Comunità del Borgo, con questue in seno ai fedeli, oltre al fatto che i confratelli prestarono la loro opera di falegnami, fabbri, ferrai, muratori e carpentieri. Il 23 giugno del 1600 il Vescovo Diocesano di Luni-Sarzana Giovanni Battista Salvago consacrò il nuovo Oratorio, concedendo altresì al sodalizio il privilegio di seppellirvi i confratelli defunti. Vedi foto.
Altre informazioni su http://www.sangiacomolevanto.org/ (Segnalazione di Kersitn kjaderb@tin.it)

Salea, frazione del Comune di Albenga (Savona)
Chiesa parrocchiale del paese dedicata a San Giacomo e San Cristoforo.   All’interno statua di Santiago pellegrino. (segnalazione di Aurelio orion@gem.it)

Tovo San Giacomo (Savona)
Chiesa parrocchiale di San Giacomo.  Risale alla metà del 1700 ma non esiste un documento che consenta una sicura datazoine: è stata trovata una nota spese per lavori per le fondamenta ma non si sa quando è stata aperta al culto.   Sulla facciata c’è la statua di San Giacomo pellegrino e sotto una rappresentazione di Santiago matamoro.  All’interno un’altra statua di San Giacomo pellegrino che è quella che si porta in procesione il 25 di luglio.   La statua risale alla fine dell’ottocento, ed è stata commissionata in Spagna, a Saragozza.   La conchiglia sulla mano del santo è quella del mio primo Cammino di Santiago.  Vedi foto  (segnalazione di Vittorio ziovittorio@alice.it)

Martina d’Orba, frazione di Urbe (Savona)
Una cappella dedicata a san Martino di Tours esisteva già nel XV secolo. Fu ingrandita nel 1625 e poi abbattuta per fare posto all’attuale chiesa costruita tra il 1630 e il 1633 ed eretta a parrocchia il 19 ottobre 1635. L’intitolazione fu scelta perché nel giorno del santo (25 luglio) del 1625 furono scacciate le truppesavoiarde dal territorio di Urbe e Sassello. Nel 1660 furono acquistate due campane e nel 1663 un quadro di San Bartolomeoancora oggi conservato. Risalgono al 1843 le statue dellaMadonna del Rosario e di Sant’Antonio da Padova, opere del savonese Antonio Brilla. Da una visita pastorale del 1699 si viene a conoscenza che la chiesa era divisa in tre navate, con altare maggiore in marmo e crocefisso.
Tra il 1719 e il 1721 furono eseguiti interventi di restauro a chiesa e campanile, il quale fu dotato di orologio. L’impegno dei parrocchiani proseguì sino al 1740 con il rifacimento della facciata, la realizzazione delpavimento in ardesia e delle balaustre in marmo per il presbiterio e gli altari laterali. L’erezione della Via Crucis risale al 1750. In quegli stessi anni vengono comperati diversi arredi sacri in argento. L’organo fu acquistato nel 1775 e l’anno successivo furono realizzati dipinti sui muri e la volta del presbiterio.
L’altare maggiore fu sostituito nel 1780 con uno in marmo. I primi anni del XIX secolo segnarono invece un periodo di declino, anche a seguito delle confische e soppressioni napoleoniche, tanto che nel 1834 la chiesa era interdetta al pubblico essendo la navata sinistra pericolante. I restauri furono eseguiti nel 1839 con il rifacimento della volta, delle fondazioni e del pavimento.
L’edificio subì nuovamente danni nel 1887 a causa del terremoto di Diano Marina. A seguito di ciò fu sostituito il pavimento con uno nuovo in marmo e venne rifatto il coro in noce. Nel 1903 fu innalzato il campanile e dotato di un concerto di quattro campane. Infine nel 1935 fu costruita l’attuale facciata.
Adiacente sorgeva l’oratorio di San Bartolomeo, ingrandito intorno al 1670 e, oramai in rovina, demolito nel 1960 per l’apertura della strada carrabile verso la frazione di Acquabianca.

Fado, frazione di Mele (Genova)
Sorta in località Magenta, fu eretta a partire dal 1876 su terreno dell’avvocato Viacava di Voltri. Questo ed altri terreni di proprietà della famiglia Viacava furono in seguito acquistati dal cavalier Emilio Bruzzone, industriale degli zuccheri, il quale molto fece a favore del Fado e della sua chiesetta.
L’architetto Riccardo Haupt, nel 1921, fu incaricato di ristrutturare la chiesetta, e lo fece in stile alpino, lo stesso che si riscontra nelle belle ville da lui costruite nei dintorni per la villeggiatura della famiglia del cavalier Bruzzone.
La prima cappella, eretta in località Gambadino, risale al 1743 e venne costruita con il contributo, tra gli altri, degli abitanti del luogo. Questo fa supporre che all’epoca la zona fosse sufficientemente popolata da richiedere la costruzione di una cappella per il culto, dipendente dalla parrocchia di Mele.
La chiesa attuale risale agli anni tra il 1876 e il 1882, mentre bisogna attendere il 1947 per avere notizie del Cristo ligneo e della futura confraternita. Sarà l’arcivescovo di Genova monsignor Ludovico Gavotti ad istituire la parrocchia il 30 novembre del 1915.
(segnalazione di Luigi luigi.camino@virgilio.it

Genova
1. L’Oratorio di San Giacomo della Marina, edificato sulle mura della città di Genova, lambite dal mare fino a poco più di un secolo fa, costituì per tutto il medioevo una tappa importante per i pellegrini in cammino verso Santiago di Compostela. Dell’originario edificio stile romanico non rimane più traccia visibile e l’oratorio, come appare oggi, è il frutto delle opere svolte nei secoli XVII e XVIII, periodo in cui la Confraternita di San Giacomo della Marina godeva di grande prestigio e potenza.
Solo verso la fine del Settecento assunse l’aspetto attuale con il completamento della decorazione della volta e delle pareti.
Danneggiato durante l’ultimo conflitto, si sarebbe avviato verso un’inesorabile decadenza se la Confraternita non avesse iniziato nel 1987 onerosi lavori di restauro che negli anni 1990-1992 subirono un importante e decisivo impulso. È stato necessario intervenire, oltre che sul tetto e sulla facciata, sulle finestre, sul pavimento, sugli intonaci, sugli stucchi, sugli impianti, sugli arredi e – in primis – sulle tele, che costituiscono il valore dell’Oratorio.
Maggiori notizie su http://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_di_San_Giacomo_della_Marina
(segnalazione di Luigi luigi.camino@virgilio.it)
2. La chiesa di San Giacomo, opera dell’architetto Luigi Rovelli, è iniziata nel 1902 e conclusa, nella nuda struttura senza decorazione, nel 1914 ad opera del figlio Antonio Rovelli.
Il titolo di San Giacomo risale al 1154. Infatti esisteva già un’antica chiesa su una collina davanti al mare. La chiesa, distrutta dalle intemperie, fu abbandonata e venne costruita l’attuale cui fu aggiunto il titolo di Sacro Cuore per desiderio dell’Arcivescovo Mons. S. Magnasco (1870 – 1872) il quale vent’anni prima aveva consacrato la diocesi al Sacro Cuore di Gesù.  Presenta tre navate divise da colonne binate in granito di Baveno.
Vasta e armoniosa, mostra all’esterno l’originaria essenziale severità ed una grande arditezza tecnologica nell’alta torre ottagonale sovrastata dalla guglia.
Nel 1966 si è avviato il completamento, su progetto dell’architetto Morozzo della Rocca, con rivestimento delle pareti in pietra grigia e lastre di marmo bianco, basi e pulvini delle colonne, nei marmi variamente intagliati, capitelli tutti al grezzo.
3. nel Museo dell’ Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova – sala 3 – è esposta una tempera su tavola raffigurante San Giacomo, realizzata nel 1479 da Manfredo Bosilio.   L’opera è parte della originario polittico di San Giacomo di Gavi.

Rosso, frazione di Davagna (Genova)
All’interno della chiesa dedicata a Santo Stefano c’è una statua di San Giacomo. Vedi foto
(segnalazione di Maria marialigalupo@gmail.com)

Santa Margherita Ligure (Genova)
Chiesa Parrocchiale di San Giacomo di Corte, nel quartiere di Corte (l’antica borgata di pescatori e marinai) in Comune di Santa Margherita Ligure nella Riviera di Levante della Provincia di Genova.. L’attuale chiesa parrocchiale fu costruita nel corso del diciassettesimo secolo  ma alcune fonti storiche documentano l’edificio già a partire dall’anno 1000; essa fu soggetta inizialmente al dominio dell’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte nel litorale di Portofino.’edificio, che domina dall’alto il porto turistico della città,  è diviso in 3 navate, e all’interno sono presenti diversi cicli di affreschi del pittore genovese Niccolò Barabino,  La facciata barocca, presenta al centro una nicchia in cui è collocata la statua marmorea di san Giacomo.
Il quartiere di Corte, stretto attorno al porto, e tradizionalmente legato al mare, oltre a San Giacomo venera nella stessa Chiesa la Vergine sotto il titolo di  N.S. della Lettera.
Secondo una tradizione popolare tale culto è legato ad una statua in legno  della Vergine che fu trovata nello specchio acqueo della baia di Corte da alcuni pescatori nel corso del 1973. Uno dei marinai, accortosi della figura lignea in mare, riuscì a raggiungere l’effige e ad issarla a bordo della barca. Un’onda improvvisa però fece sì che la statua ricadde in mare, ma nuovamente fu riportata a bordo e nascosta nel fondo dell’imbarcazione.
Giunti sulla spiaggia alcuni bambini scoprirono la statua, nascosta dai marinai, richiamando così l’attenzione degli abitanti di Corte che si accordarono con i pescatori a donare la scultura alla chiesa di San Giacomo .
In seguito si venne a sapere che tale statua, ritraente la Vergine che tiene nella mano sinistra il Bambino Gesù  e sulla destra una lettera, è una copia dell’immagine venerata nel maggiore santuario di Messina  che cadde in mare a seguito di un forte terremoto che colpì l’Italia meridionale nel 1783 e le correnti marine trasportarono verso nord sino al golfo del Tigullio.  (vedi foto)
(segnalazione di  Gianni gianni.peruggi@tin.it)

Fontanigorda (Genova)
La chiesa dei Santi Antonio e Giacomo il Maggiore è un edificio religioso sito in piazza della Chiesa a Fontanigorda, nell’alta val Trebbia in provincia di Genova. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della diocesi di Piacenza-Bobbio.  Dalla parrocchia di Fontanigorda dipende l’oratorio di San Rocco, del 1849.

Cogorno (Genova)
La cappella di San Giacomo è un edificio religioso sito presso il monte San Giacomo, a 538 metri sul livello del mare, nell’omonima località a Cogorno, nella val Fontanabuona in provincia di Genova.
Situata in posizione panoramica sul monte omonimo, con ampio panorama sulla costa tra i comuni costieri di Lavagna e Chiavari e sui monti circostanti, l’odierna cappella è il frutto di una più recente ricostruzione che subì il primo edificio religioso, risalente al 1630. La facciata presenta un portico con un campanile a vela.

Le Manie, frazione di Finale Ligure (Savona)
Si raggiunge da Noli – Vozze – strada delle Manie, alla trattoria Gambero Verde (ricavata in una chiesa sconsacrata) si gira sulla destra e ci si addentra nella suggestiva e selvaggia zona delle Manie (grotta dell’Arma). Si incontra la chiesa dopo ca 1 km. Non ho notizie sulla costruzione della chiesa, ma è una chiesa parrocchiale, dedicata a San Giacomo apostolo; che sia “Il Maggiore” si deduce da una suggestiva statua di San Giacomo Matamoros che si trova all’interno della chiesa. Il posto vale una deviazione anche per i numerosi sentieri (molto ben segnalati) che da lì si sviluppano nella macchia mediterranea. Uno di questi sentieri entra nella Val Poncia, seguendo il tracciato della Via Julia Augusta, via di origine romana e ancor oggi sono visibili e percorribili 5 ponti romani.  Vedi foto
(segnalazione di Giovanna fila.gio@tin.it)

Chiavari (Genova)
la chiesa più antica del borgo è dedicata a San Giacomo  ed è oggi la parrocchiale del quartiere di Rupinaro. La storia attribuisce la sua prima fondazione intorno all’anno mille (S. Jacobi de Arena) lungo l’antica via litoranea ligure percorsa dai pellegrini che dal 9° sec. si recavano alla tomba dell’Apostolo in Galizia. Su retro della Chiesa esisteva per secoli un ospizio per i pellegrini.   Distrutta e ricostruita verso la fine del Medioevo appartenne ai Cavalieri Gerosolimitani per passare poi nel secolo XV ai Fieschi, famiglia genovese che ebbe in qual secolo ben 2 Papi.
All’interno si possono ammirare quadri (autore G.B. Carlone sec. XVII) d San Giacomo in battaglia e del suo martirio.  La facciata è recente e venne rifatta negli anni’30 dai parrocchiani.
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Canevale, frazione di Coreglia (Genova)
La chiesa, sede locale parrocchiale della diocesi di Chiavari, è situata nella frazione di Canevale. La comunità parrocchiale fu nei secoli antichi assoggettata alla parrocchia di San Martino di Dezerega fino al 1622 quando, il 26 ottobre, monsignor Domenico de’ Marini dell’arcidiocesi di Genova ne dichiarò la propria autonomia. All’interno è conservato un gruppo ligneo raffigurante San Giacomo a cavallo mentre trafigge i Mori, effigie portata solennemente in processione durante le festività religiose.